


TERREMOTO IN NEPAL
L’IMPEGNO DELLA DIOCESI DI PIACENZA-BOBBIO
La Diocesi invia a Caritas Italiana 45.000 euro frutto della raccolta di tante persone generose e della colletta accolta nelle parrocchie piacentine a favore della popolazione del paese asiatico.
A distanza di oltre un mese sono oltre 8.000 le vittime accertate e oltre 20.000 i feriti del sisma di magnitudo 7,9 che il 25 aprile 2015 ha devastato il Nepal e che ha avuto epicentro tra la capitale Kathmandu e la città di Pokhara, e delle successive forti scosse. Alto anche il numero dei dispersi sotto le macerie, in una zona dall'alta densità di popolazione ed in cui le costruzioni sono spesso fatiscenti. Anche nei Paesi circostanti le forti scosse sono state avvertite in modo distinto. Il 12 maggio un’altra fortissima scossa di terremoto ha interessato tutto il Paese e provocando ulteriori decine di vittime e più di 2.000 feriti. La scossa è stata avvertita distintamente nella capitale costringendo le persone ad abbandonare gli edifici e trovare rifugio negli spazi aperti.
Sino ad ora l’aiuto della rete internazionale Caritas ha raggiunto 14.214 famiglie che hanno beneficiato di ripari d’urgenza (tende, teloni, materiali) e cibo nei distretti di Kathmandu, Lalitpur e Bhaktapur, Kavre, Okhaldunga, Nuwakot, Rasuwa, Sindhupalchowk, Sinhuli; 13.245 famiglie che hanno avuto, oltre ai ripari d’urgenza, kit igienico sanitari a Gorkha, Lamjung, Dhading . In totale Caritas ha aiutato 27.459 famiglie (circa 137.000 persone) tra le più vulnerabili. Oltre agli aiuti materiali Caritas, in collaborazione con la congregazione dei Camilliani, sta fornendo anche supporto sanitario e psicosociale a circa 2.600 persone nei distretti di Gorkha e Sindhupalchowk .
“Gli aiuti per l’emergenza non sono mai abbastanza. Il Nepal è irriconoscibile dopo il terremoto”, ha detto Ban-Ki Moon all’assemblea generale delle Nazioni Unite, a sottolineare la tragicità dell’evento che ha colpito il Nepal, paese già povero e debole nelle sue infrastrutture.
Le diverse Caritas del network che lavorano unite presso il quartier generale stabilito in Caritas Nepal, supportano, ciascuna con le proprie competenze, la Chiesa locale nello sforzo di agire insieme per raggiungere i più deboli della società. L’intervento è rivolto alle famiglie che le cui abitazioni sono crollate o sono state severamente danneggiate, con priorità per le più vulnerabili quali: donne capofamiglia, minori non accompagnati e disabili. Caritas Nepal prevede anche un accompagnamento e attività di formazione nell’utilizzo dei materiali forniti, oltre che un monitoraggio successivo, anche al fine di prevenire abusi e sfruttamento soprattutto nei casi di maggiore vulnerabilità. Si sta inoltre predisponendo la raccolta dei bisogni per la fornitura di sostegno psicosociale e per l’impostazione del successivo piano di ricostruzione e riattivazione socio-economica a partire da settembre 2015.
La capitale Kathmandu continua ad essere un grande accampamento dove moltissime persone preferiscono passare la notte in tenda o nei rifugi temporanei per la paura di scosse di assestamento che puntualmente si susseguono. Anche nei villaggi e nelle vallate remote le popolazioni dormono in rifugi temporanei con la minaccia aggiunta del monsone che sta per raggiungere puntualmente il Nepal.
“E’ impressionante - ci spiega Giuseppe Pedron, operatore di Caritas Italiana che ha visitato le zone colpite - sia l’entità’ del disastro e la distruzione, sia il pensare al lungo periodo che sarà segnato dalla mancanza di lavoro, e di sicurezza ma è altrettanto sorprendente il vedere la capacità di reazione di questo popolo che la rigidità della natura ha formato e temprato. Le popolazioni, infatti, si sono da subito attivate per costruire ripari e cercare spazi di dignità anche nella tragedia e sono molteplici gli esempi di solidarietà interna e di persona che pur con famiglie colpite dal sisma non esitano a prodigarsi per il benessere degli altri. Di certo la gara di solidarietà in cui si sono impegnate le nostre comunità italiane, potrà dare basi solide a queste speranze ora solo accennate”.
Le visite costanti ai siti di consegna dei materiali, i doppi controlli nei villaggi, la regolamentazione sull’equa distribuzione e sulla via preferenziale assicurata ai marginalizzati - aggiunge Pedron - fanno sì che gli interventi di Caritas siano al massimo vicini alle necessità della popolazione, che raggiungano le zone e le nicchie sociali più lontane e che si riducano al massimo i rallentamenti dati dal contesto. La solidarietà internazionale delle Caritas del mondo è un elemento senza il quale tutto quanto si sta facendo non sarebbe possibile e che lascerebbe fette di popolazione non coperte da alcun tipo di soccorso. E’ sorprendente come nei villaggi più remoti, la popolazione non aspetti passivamente l’arrivo degli aiuti ma, mentre da essi riceve la possibilità di continuare, abbia anche già iniziato a ricostruire le proprie abitazioni, a recuperare i materiali dalle case distrutte, a cerare alternative. La tempra della gente di montagna non è stata fiaccata nemmeno dalla devastazione del terremoto”.
A causa della straordinaria gravità di questo sisma, dopo lo stanziamento di tre milioni di euro dai fondi dell’otto per mille disposto nei giorni scorsi, la Presidenza della CEI, a nome dei Vescovi italiani, ha indetto una colletta nazionale, che si è svolta in tutte le chiese italiane come segno della concreta solidarietà di tutti i credenti.
La preoccupazione principale in questo momento è per l’imminente arrivo dei monsoni e l’impegno Caritas mira a mettere a disposizione ripari adeguati in tempo utile e continuare a fornire assistenza durante la stagione delle piogge.
Si sottolinea che con 25 euro si possono fornire alimenti liofilizzati per una famiglia per un mese, mentre con 10 euro si può assicurare acqua per una famiglia per una settimana, oppure una tenda per ospitare 3 famiglie, oppure 30 kg di riso, sufficienti per una famiglia per un mese.
La Diocesi di Piacenza-Bobbio rispondendo all’appello dei fratelli nepalesi, ha inviato 45.000 euro a Caritas Italiana frutto del dono di tanti e raccolti durante la giornata di preghiera e colletta indetta a favore del paese asiatico.
La Caritas diocesana di Piacenza-Bobbio sollecita le parrocchie che ancora non hanno provveduto, a versare quanto raccolto durante la colletta e in queste settimane per provvedere ad un secondo invio di fondi per l’emergenza. Inoltre comunica che per sostenere gli interventi a favore della popolazione nepalese si possono utilizzare le seguenti modalità:
- versamento diretto presso i nostri uffici in Via Giordani, 21 a Piacenza dalle ore 9 alle 12 dal lunedì al venerdì
- C/C bancario tramite Banca di Piacenza intestato a Fondazione Caritas Diocesana (causale “EMERGENZA NEPAL”)
Iban: IT61 A 05156 12600 CC0000032157
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