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“Alziamo il nostro grido di pace per chiedere di fermare l’orrore siriano” - 2

Domani, 12 aprile, la giornata di digiuno e preghiera per la Siria proposta congiuntamente da Pax Christi Italia e Caritas Italiana alla vigilia del Triduo Pasquale.

 


«Invitiamo alla preghiera per le vittime - si legge nell'appello -, ma anche all’indignazione contro la guerra e le armi, comprese quelle nucleari di cui si parla all’ONU in questi mesi e su cui Pax Christi e Caritas sono già intervenute.
Facciamo nostre le parole di papa Francesco a Redipuglia, 13 settembre 2014: “Anche oggi le vittime sono tante… Come è possibile questo? E’ possibile perché anche oggi dietro le quinte ci sono interessi, piani geopolitici, avidità di denaro e di potere, c’è l’industria delle armi, che sembra essere tanto importante! E questi pianificatori del terrore, questi organizzatori dello scontro, come pure gli imprenditori delle armi, hanno scritto nel cuore: “A me che importa?”».

«Per evitare che anche nel nostro cuore ci sia scritto ‘A me che importa? - continua l'appello -, raccogliendo le ripetute sollecitazioni del Santo Padre, si propone alle Caritas diocesane, ai Gruppi di Pax Christi e a quanti vogliano aderire una giornata di digiuno che accompagni la preghiera per la Siria, mercoledì 12 aprile, alla vigilia del Triduo Pasquale; per non dimenticare, per vivere la passione e la croce di tanti innocenti nel mistero della Passione di Cristo, nella luce della Speranza della Pasqua».

«Per noi la fede è una cosa facile, qualche preghiera, e ci sentiamo a posto - ha ricordato da Agrigento il card. Francesco Montenegro, Presidente di Caritas Italiana -. È una fede che non ci costa niente. Invece quello che sta avvenendo nel mondo, come gli attentati di domenica scorsa alle Chiese copte in Egitto ci dice che per molti la fede è un rischio. Molti vanno a messa e non sanno se usciranno dalla chiesa. Il Papa dice che ci sono più martiri oggi, che quelli all’inizio dell’era cristiana e questo dovrebbe farci riflettere. Digiuniamo allora in ricordo dei nostri fratelli perseguitati e per la pace, perché l’amore c’è bisogno di vederlo, e non solo di sentirlo».

 
 
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 Venerdì 7 aprile 
ore 18,00 
PIAZZA CAVALLI
- PIACENZA -


C'è l’ombra dell’utilizzo di un gas nervino letale sulla strage di civili della cittadina siriana in mano ai “ribelli” che si oppongono al Bashar Al Assad. Nessun grande network internazionale ha corrispondenti sul campo in Siria, e le informazioni dal fronte sono caotiche e poco attendibili. Tuttavia, l’agenzia fotografica Getty ha distribuito immagini del bombardamento del 4 aprile a Idlib: immagini terrificanti che mostrano, molto probabilmente, l’uso di armi di distruzioni di massa come il gas nervino sulla popolazione civile.


A chiederlo sono i sindacati piacentini che all’indomani della strage di civili a Idlib, nel nord ovest della Siria, hanno chiamato a raccolta cittadini e istituzioni per venerdì sera, 7 aprile, in piazza Cavalli. L’appuntamento che Cgil, Cisl e Uil annunciano è per le ore 18,00; un presidio di solidarietà alle vittime della guerra.

All’appello hanno risposto:
il Comune di Piacenza, la Provincia di Piacenza, Emergency, il Movimento Cristiano Lavoratori, Libera, Amnesty, Arci, Unicef, il Centro psicopedagogico per la pace, associazione di amicizia Italia-Cuba, Acli e il Comitato Un’altra Difesa è possibile, Caritas Diocesana di Piacenza-Bobbio e Associazione Generazioni Italo Marocchina.

L’appello è rivolto in primis alla popolazione, ma in queste ore aumentano le associazioni che stanno dando al loro adesione al presidio dei lavoratori. 

 

«Assistiamo inorriditi agli ultimi eventi in Siria. Esprimo la mia ferma deplorazione per l’inaccettabile strage avvenuta ieri nella provincia di Idlib, dove sono state uccise decine di persone inermi, tra cui tanti bambini. Prego per le vittime e i loro familiari e faccio appello alla coscienza di quanti hanno responsabilità politiche, a livello locale e internazionale, affinché cessi questa tragedia e si rechi sollievo a quella cara popolazione da troppo tempo stremata dalla guerra. Incoraggio, altresì, gli sforzi di chi, pur nell’insicurezza e nel disagio, si sforza di far giungere aiuto agli abitanti di quella regione».

Papa Francesco - 05/04/2017